domenica 29 novembre 2015

Svegliarsi in Toscana: Barberino Val d'Elsa, una piccola trattoria e due passi tra gli ulivi

Perfetta. In questi luoghi abbiamo passato una domenica perfetta. E' un aggettivo che mi suscita disaggio quando lo sento pronunciare dagli altri, ma in questo caso è davvero l'unico utilizzabile. Come quando organizzi una cosa e riesce così, proprio com'è stata pensata, anche nei colori, nei sapori e nelle suggestioni.
Barberino Val d'Elsa è un Borgo che domina un panorama sulle colline Toscane che, in giornate limpide come la domenica in cui ho fatto queste foto, arriva fino alle montagne (abbiamo visto anche le cime innevate). Pranzo al Campanellino: tortelli ripieni di burrata al sugo di funghi, pici al ragù di cinta, bistecca alla riduzione di balsamico, carpaccio di lingua e per finire tortino al cioccolato. Il tutto seduti di fronte ad una vetrata da cui godersi la vista, tra un sorso di chianti e due risate. In estate apparecchiano sulla terrazza ed il tramonto è imperdibile. 



Dopo il pranzo è necessario camminare.
Da Barberino Val d'Elsa parte una passeggiata molto bella che scende tra i campi verso la valle: da un lato un panorama mozzafiato e dall'altro ulivi, colline, campi e casali toscani.






Se un giorno vi sveglierete in Toscana, passate da queste parti per una passeggiata. Ed è un bellissimo  posto da visitare anche in inverno.

Letizia  

venerdì 27 novembre 2015

Piccoli segnali che il Natale sta arrivando: 4 regole per non cadere nell'usa e getta natalizio


Regola n.1 Home Decor
Evitare di acquistare decorazioni natalizie destinate ad essere buttate alla fine delle feste: meglio acquistare oggetti durevoli, così da crearsi nel tempo una autentica e personale collezione natalizia.
Quest'anno ho scelto un piccolo cervo (cervo?) in porcellana. E stop...per quest'anno sono a posto.
Se vuoi vedere le scelte dei natali passati leggi 

Regola n.2 Albero di Natale
Sempre lo stesso da più di 15 anni.
Da quando ho lasciato casa dei miei genitori non ho più acquistato un abete "vero".
Il mio, sintetico, è ancora bellissimo e gelosamente conservato di anno in anno.
Alto e snello (a chi non piacerebbe esserlo!)
stesse decorazioni da anni eppure sempre diverso, basta un tocco e tutto cambia...

Regola n.3 Regali
Evitate di spendere un capitale, è inutile, dannoso, veramente poco elegante.
Per preparare i pacchi scegliere della semplice carta in tinta unita (grigio perla, marrone, bianca), procuratevi dello spago, foglie, pigne, ramoscelli, fiori secchi, rametti di rosmarino e salvia.
 Utilizzate tutto il tempo che vi rimane per scrivere belle parole...

Regola n.4 Suggestioni Natalizie
Una passeggiata al freddo, con il cappello di lana e qualche ciuffo di capelli che sbuca (come i bambini), litri e litri di buon prosecco italiano, mercati rionali, cercare ogni scusa per festeggiare, concedersi piccoli lussi e attenzioni: un cappuccino nel bar più bello della città, un giro in biblioteca alla ricerca di favole natalizie, musica tutti i giorni...esperienze non usa e getta...


In Nespole e Giuggiole l'Attesa è iniziata 

Letizia

giovedì 26 novembre 2015

Come organizzare una cena in 5 mosse



Come organizzare una cena in 5 mosse
  • Scegliere il menu che preveda un aperitivo in piedi con prosecco, almeno due salse per accompagnare del pane tostato o verdure crude tagliate a fiammifero, anacardi e semi in ciotole, anche spaiate. Un primo non elaborato: tendo ad evitare i tortelli che sono più adatti per un pranzo. Di solito una pasta dal formato particolare: dei paccheri per esempio, un tortiglione, delle chiocciole ed un sugo di verdure (ottimo in questo periodo orecchiette e cime di rapa, un pesto di barbabietola che rende la pasta di un bel color rubino, delle lasagne spinaci e zucca gialla) . Evito il risotto, che comunque è impegnativo da preparare per una cena (anche per voi che ve ne dovete rimanere in cucina a mantecare). Un secondo di carne e pesce (che preveda la cottura in forno da preparare anche prima della cena). Un dolce ad effetto ( cheesecake, creme caramel, tarte tatin, una torta al cioccolato bassa).
  • All'ingresso di casa, posizionate un grande vaso di fiori freschi per dare il benvenuto agli ospiti (sarà la prima cosa che vedranno entrando in casa vostra), in piccoli vasetti sparsi qua e là nel soggiorno, in tavola. Fiori freschi anche in bagno dove, come negli alberghi, metterete dei piccoli asciugamani per gli ospiti arrotolati in un cestino di vimini.
  • Cucinare con ingredienti di cui si possa raccontare una storia: dove sono stati trovati o raccolti, da dove proviene la ricetta, il vino acquistato in qualche azienda durante una passeggiata domenicale. Non necessariamente si deve trattare di cibi lussuosi: ma di cibi che hanno una loro storia, che sono stati protagonisti di una vostra scelta, a cui possono essere associati racconti, aneddoti, così anche la conversazione a tavola sarà vivace.
  • Curare nei dettagli l'apparecchiatura: questo non vuol dire acquistare una nuova tovaglia, bicchieri per l'occasione, un centrotavola già pronto. Significa conoscere le regole dell'apparecchiatura, quelle dell'ormai obsoleto galateo, che anche se si apparecchia con le posate di tutti i giorni sappiamo esattamente come posizionarle in tavola. Sempre un bicchiere per l'acqua ed uno per il vino, a meno che non si tratti di una cena informale pizza e birra.
  • Mai mettere in tavola l'acqua in bottiglie di plastica: a parte aver ridotto drasticamente il loro acquisto (io bevo acqua del rubinetto e tutta la famiglia acqua del fontanello gentilmente offerta (si fa per dire, io pago tasse salate!) dal sindaco. E' sufficiente avere delle brocche, semplici, da riempire e mettere in tavola.      
Pochi dettagli di sicuro effetto...

Letizia

lunedì 23 novembre 2015

Pesto di semi di zucca, prezzemolo e basilico (le ultime foglie della mia piantina)




Ingredienti
Una manciata di semi di zucca
2 cucchiai di pangrattato
2 cucchiai di parmigiano
un mazzetto di prezzemolo
una decina di foglie di basilico
un pizzico di sale
un cucchiaino di aceto balsamico
olio q.b. a rendere l'impasto cremoso.

Procedimento: tutto nel frullatore o mixer fino ad ottenere una crema densa ma abbastanza omogenea.
Si può sostiture il pangrattato con del pecorino e aggiungere se piace una acciuga oppure qualche cappero.


Approfitto di questo post per parlare del mio modo di "bloggare": e la necessità viene da una riflessione che si sta facendo largo tra i blogger americani e del nord d'europa riconoscibile dallo slogan "Social Life/Real Life". Sono reali le suggestioni di vita quotidiana che arrivano da certi blog? 
Premetto che la mia vita è cambiata da quando ho scoperto il mondo dei blog: ricette viaggi, vite, storie da scoprire, suggestioni di vita (quasi) vere da tutto il mondo. Influenze scandinave, tedesche, francesi, sudamericane...
Pochi i blog italiani che mi appassionano davvero, la maggior parte sono blog di cucina.
Tuttavia quello che ho notato da subito, è stata la perfezione delle foto, degli allestimenti: vite perfette, quasi dimostrative del tipo "guardate un pò come sono bravo..."
Questo tipo di blog, pure stilisticamente bellissimi, curati, espressione di grande attenzione ai dettagli, mi ha sempre messo un pò a disagio, quasi un senso di inadeguatezza, tipo quella che i pubblicitari vogliono provocare in noi di fronte ad acquisto (bè se non hai questo o quello oggetto non sei nessuno.... oppure "costa SOLO 300 euro" ovverossia un terzo dello stipendio di milioni di persone...).
L'ho vissuto come un limite all'inizio, questo perfezionismo: è vero il cibo deve essere ben fotografato per essere appetibile, con questo sono d'accordo. Tuttavia per lungo tempo è stato un limite per me e per le mie foto non ritoccate, per le luci non sempre giuste.
Tuttavia negli ultimi tempi si è sviluppata una nuova corrente di blogger che evidenziano, con le imperfezioni, la verità dei contenuti che esprimono, tanto che a confronto i blog iperperfezionisti iniziano ad apparire asettici e impersonali. Ne sono felice, mi sento più a mio agio.
Quando pubblico un post nel mio blog penso sempre al fatto che un giorno possa mai vergognarmi di quello che ho scritto, per l'eccessiva superficialità, soprattutto in questi giorni i in cui siamo chiamati a profonde riflessioni.
Le ragioni che mi spingono a portare avanti il mio blog sono del tutto egoistiche: è uno strumento che mi obbliga ad essere creativa, perchè ho seppellito la mia creatività sotto una coltre di regole e doveri per lungo tempo. Per questo non ho scopi dimostrativi, non mostro solo la parte più bella di me. Nel mio blog non troverete foto spaziali, luci o effetti speciali. Fare foto è uno sforzo creativo ma deve catturare per quanto possibile un momento e una luce reali. La mia tendenza a rimuginare sui fatti e sulle persone, sui loro comportamenti, sulla mia vita e su come vorrei che fosse, è stemperata dalla ricerca di una ricetta, dalla voglia di condividere le mie scoperte su come risparmiare, o condurre una vita piena ma non consumistica.
Questo è il mio blog.        
 Letizia 

venerdì 20 novembre 2015

Il mio senso della bellezza

La bellezza...
In molti pensano che sia per pochi, superflua, un accessorio da fine settimana, appannaggio dei ricchi, degli artisti, di un mondo a cinque stelle.
Credo che la bellezza sia indispensabile, al pari del cibo, dell'acqua, dell'aria.
In tanti vedono la bellezza negli oggetti di design, nelle modelle perfette, nei vestiti firmati, e se ne sentono privati se non riescono ad vere accesso a questi beni. Se un giorno mettessero musica nelle orecchie e uscissero a camminare nella natura, sotto il sole, in una giornata fredda e invernale, scoprirebbero tocchi leggeri, quasi inconsistenti di bellezza.
La bellezza vera non si ferma agli occhi, al pensiero, alle interpretazioni; il senso della bellezza scende tra lo stomaco e la pancia, un senso di pienezza.
Io scopro la bellezza nei dettagli che si insinuano nella quotidianità: il coraggio di alcuni di fronte ai cambiamenti, un oggetto del passato che riprenda vita , la dignità di certi, la forza delle donne, il silenzio della mattina, le parole taglienti di quei pochi che dicono la verità.
Mi difendo dal brutto, dal preconfezionato, dalle cretinate della pubblicità, dalle parole dei politici, dai luoghi comuni, dalle credenze mortificanti.
Non pensate di stare in compagnia a scoprire la bellezza: per i più state solo perdendo tempo.    

Letizia

Leggi anche:
il mio senso dell'abbondanza

mercoledì 18 novembre 2015

Fusilli integrali al pesto di barbabietola

Utilizzare il pesto per condire la pasta ha molti vantaggi: spesso è sufficiente inserire tutti gli ingredienti nel mixer ed in due minuti si ottiene del condimento per la pasta, da spalmare anche sul pane fresco se si preferisce, o da gustare insieme a del formaggio o a delle verdure crude. E' un modo per far mangiare la verdura ai bambini senza che se ne accorgano, oltre che un modo per aumentare il consumo di semi oleosi ( pinoli, noci, mandorle, pistacchi, semi di zucca...).   


Avevo già preparato questa salsa per il cenone del 31 dicembre 2014, quasi un anno fà (leggi il post).
Questa volta ho apportato alcune varianti e utilizzato la salsa per condire dei fusilli integrali.
Ecco il procedimento per il pesto di Barbabietola:
frullare nel mixer 200 gr di barbabietola precotta, 100 gr di ceci cotti, il succo di mezzo limone, mezzo spicchio di aglio, mezzo cucciaino di curry, olio di oliva sufficiente a dare consistenza.
Se vuoi avere altre idee su come condire velocemente la pasta, o avere una salsa sempre pronta da spalmare leggi:
pesto pecorino e mandorle
il pesto in 5 modi diversi


Letizia

martedì 17 novembre 2015

Tortine per la colazione

"Un croissant così grande non l'ho mai vista in vita mia!"
Così ha esclamato uno dei miei figli seduto ad un piccolo tavolo rotondo, in un Bistrot parigino, in una calda serata di giugno. Seduto vicino a noi un Vero Signore Parigino: sigaretta, un libro, un quotidiano stropicciato sul tavolo, un caffè, con gli occhi ora sulla lettura, ora sui passanti...
questa è una delle immagini di Parigi che ho nel cuore.
Così come la Vera Ragazza Parigina, entrata di corsa sul metrò mentre le porte si stavano chiudendo, con la frangia scompigliata dalla corsa e il caschetto perfetto, una sciarpa arancio intorno al collo magro e quello sguardo fiero e affascinante che solo le francesi ricevono in dono dalla nascita.
E il Ragazzo di Parigi, con i suoi profondi occhi scuri e i riccioli sulla fronte che fa l'occhiolino ad uno dei miei bambini. Chissà...spaccati di vita quotidiana...che stanno tentando di toglierci...   


Ingredienti:
100 gr di farina
100 gr di farina integrale
30 gr di amido di riso
150 gr di zucchero integrale
100 ml di olio di semi bio
un pizzico di sale
180 ml di latte di riso
Amalgamare in due ciotole separate gli ingredienti secchi e liquidi.
Unirli e mescolare bene fino ad avere un composto liscio ed omogeneo.
Versare l'impasto nei pirottini o nella teglia da muffin con la carta forno e cuocere 20 minuti a 180°.
Ricetta di ispirazione dal mensile WEVEG.

Letizia

mercoledì 11 novembre 2015

Arista ai sapori di Toscana (con salsa di mele e salsa autunnale di cachi): menu completo per una cena alle soglie dell'inverno

Ingredienti
1 pezzo di arista
10-15 foglie di salvia e tre rametti di rosmarino
1 aglio
olio di oliva
sale e pepe
Procedimento
Preparare il trito di salvia rosmarino e aglio.
Praticare nella carne, con un coltello bel affilato e appuntito, 4-5 tagli stretti e profondi, riempirli con il trito aromatico pressando bene con le dita.
Cospargere tutta l'arista con olio di oliva, sale e massaggiare in modo che si insaporisca bene.
Legare l'arista con lo spago da cucina.
Cospargere tutta la superficie della carne con il restante trito aromatico. Passare ancora un filo di olio e infornare. Qui sta il segreto: la carne deve cuocere lentamente, direi almeno 2 ore e mezzo, tre a 120 gradi. E' l'unico modo per renderla tenera. Girare l'arista a metà cottura.




Cucinare questo arrosto, in onore di alcuni amici che ci avrebbero raggiunto a cena per trascorrere un sabato sera insieme, è stato un evento in casa. Se n'è parlato nei giorni precedenti: su come cucinarla, i segreti dello zio per renderla morbida, i suggerimenti delle nonne, organizzarsi per andare in campagna a cogliere le erbe aromatiche, cercare in internet i segreti della preparazione .
Poi naturalmente ho fatto parecchio a modo mio, senza tradire le indicazioni del Petroni (leggete i suoi libri se volete imparare la vera cucina toscana).
Cucinare carne come una festa: così si usava nelle famiglie contadine in Toscana. Mangiare carne era un fatto raro, così preziosa da riservarla ai festeggiamenti. Riprendere questa tradizione, aiuta a consumare meno carne, a considerare quante risorse si utilizzano per realizzare una bistecca o un pezzo di arista. Sceglierla, dosarla, cucinarla deve diventare un gesto importante. Le fettine buttate lì in padella, che non c'è tempo per cucinare altro, mi fa un po' tristezza (anche se purtoppo capita anche a me, raramente, ma capita), un semplice gesto che forse tende ad alimentare un consumo di carne poco consapevole.
Scegliere un'occasione per cucinare della buona carne, di provenienza certa, lentamente, da offrire e condividere, è un gesto di semplice abbondanza. Con questo rimango della mia idea: mangiare troppa carne fa male e l'allevamento resta una delle maggiori cause di inquinamento ambientale.

Per accompagnare l'arrosto, patate al forno al profumo di timo, insalata dell'orto con erba cipollina.    
Ho preparato due salse per insaporire la carne.
Salsa di cachi autunnale
frullare 2 cachi con una manciata di mandorle, il succo di un quarto di limone, 1 cucchiaino di zucchero di canna, un pizzico di zenzero, un pizzico di cannella, un pizzico di peperoncino, un cucchiaino di paprica, olio e sale q.b.
Salsa di mele
far appassire in poca acqua una o due mele, mezza cipolla bianca, con un cucchiaino di aceto. Frullare e aggiustare di sale e olio. 
Vuoi sapere del menu completo?
Aperitivo con prosecco e anacardi.
Antipasto: fett'unta con olio nuovo (fette di pane passato al forno per renderle croccanti, insaporite poi con aglio e un filo di olio di oliva).    
Primo: pasta con sugo di noci (raccolte direttamente ai piedi di un imponente albero) e pancetta (che non mangiavamo da mesi!). Frullare nel mixer una manciata di noci (circa una quindicina di gherigli), 70/80 gr di parmigiano e un filo di olio. Frullare finchè le noci non iniziano a buttar fuori un po' della loro parte oleosa. Il risultato è un composto abbastanza compatto. A questo punto trasferire tutto in una padella con un pò di olio e lasciare sciogliere il composto aggiungendo a poco a poco acqua calda finchè non diventa una salsa cremosa. Scolare la pasta e saltarla in padella con la salsa di noci e la pancetta tagliata a dadini e precedentemente fatta dorare in padella con un filo di olio.

Utilizzando prodotti di stagione e creando con gli ingredienti che si hanno a disposizione si può preparare una cena semplicemente abbondante e gustosa, spendendo veramente pochi euro.

Letizia

lunedì 9 novembre 2015

Ricetta della Torta al cioccolato senza uova e senza burro

Si può fare una torta di cioccolato golosa senza burro nè uova?
Certo che si può!
La ricetta che vi posto è tratta dal mensile WEVEG e rielaborata a modo mio.
Ingredienti della Torta al cioccolato
75 gr di farina integrale
75 gr di fecola di patate
50 gr di cacao in polvere
100 gr di zucchero di canna integarle
un pizzico di sale
mezza bustina di lievito per dolci bio
50 ml di olio di semi
200 ml di latte vegetale ( o latte vaccino se non siete vegetariani come me, ma vi assicuro che con il latte di riso la torta è venuta buonissima)


Procedimento
Mescolare insieme tutti gli ingredienti secchi: in un'altra ciotola emulsionate l'olio il latte e il pizzico di sale.
A questo punto unire gli ingredienti liquidi ai secchi e sbattere bene fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Versate l'impasto in una tortiera con diametro circa 20 cm rivestita di carta forno.
In forno a 180 gradi per 30 minuti.  


Preparare questa torta di cioccolato mi ha fatto pensare al Natale. L'attesa qui è gia iniziata! I primi madarini, gli acquisti rinviati perchè diventino coccole natalizie, il ciclamino bianco sul balcone accanto ai grandi vasi di timo e basilico. Quest'anno cosa desidero da Babbo Natale?
Una bici di quelle comode con il cestino di vimini per dimenticare per sempre di utilizzare la macchina in città? (in effetti rinunciando alla carta di credito e non prendendo più il caffè in cialde la mattina a lavoro, ho recuperato circa 100 euro, giuste giuste per una bici con il cestino in vimini, da riempire di pane, frutta e verdura). Un abbonamento per il cinema, che tutti i fine settimana mi imbambolo davanti alle locandine dei film in programmazione...Un massaggio che mi rilassi fino al punto di addormentarmi.
E poi vorrei ricevere in dono la nobiltà d'animo, quella vera, il buon senso di piantarla quando non è proprio il caso, l'autorevolezza da donna adulta, il senso dell'umorismo, di cui sono assolutamente sprovvista, la chiarezza nell'esprimere i bisogni, l'arte di mantenere il proprio centro senza perdersi nel punto di vista degli altri...Caro Babbo Natale...lo sò ho chiesto troppo...basta anche meno...   
Per altre ricette di Torta al Cioccolato

Letizia

domenica 8 novembre 2015

Inizia Novembre con Pesto pecorino a mandorle

Il mio basilico, ad inizio novembre, continua a crescere: ancora spuntano delle piccole gemme.
Non so spiegarmi il miarcolo: è la prima volta anche per me. Di solito a metà luglio le mie piante erano già secche. Ma quest'anno, con alcuni accorgimenti (leggi questo post), ce l'abbiamo fatta.
La scorsa settimana ho spostato i vasi in un angolo del terrazzo più riparato e dove batte il sole. Vediamo ancora quanto resisterà. 
Spero di posticipare il momento di dirgli addio agli inizi di dicembre per sancire in modo ufficiale l'arrivo dell'inverno. Sto ancora preparando vasetti di pesto: questa volta al posto del parmigiano ho utilizzato del pecorino toscano (prodotto a pochi chilometri da casa mia) e delle mandorle, meno costose dei pinoli. 

Il pesto è una speciale soluzione per i pranzi durante la settimana quando c'è solo il tempo di far bollire l'acqua per la pasta : per avere altre idee leggi questo post dedicato  5 pesti per 5 pasti.


Se poi siete vegani ecco una vesrione del pesto "a modo mio": una manciata di basilico, olio extra vergine di olive, un pugno di mandorle o pinoli, due pomodorini se è stagione, oppure due pomodori secchi (in questo caso se utilizziamo i pomodori secchi sott'olio diminuire la quantità di olio per emulsionare la salsa) 1-2 cucchiai di pangrattato al posto del parmigiano, due olive nere, un pizzico di sale).


venerdì 6 novembre 2015

L'autunno e il mio senso di "abbondanza"


Un senso di abbondanza
Provo un senso pieno di abbondanza e di ricchezza:
  • quando a cena, in tavola, c'è cibo buono preparato con cura e attenzione, risate con le lacrime agli occhi, bicchieri spaiati che quelli nuovi li porta babbo natale...e così sia;
  • quando apro l'armadio e riesco a vestirmi come voglio io, con quello che ho;
  • se improvviso una cena tra amici con gli ingredienti che ho in dispensa, che l'importante non è fare bella figura ma far sentire i propri ospiti coccolati e accolti, dopo una settimana di lavoro;
  • quando la mattina presto, in terrazza, avvolta nella mantella di lana, bevo la prima tazza di caffè della giornata e guardo le mie piante, sempre le stesse da anni;
  • ora che nella mia fruttiera di cristallo ho le noci colte direttamente dall'albero, i pomi e le melagrane;
  • se faccio le cose lentamente, perchè ho imparato che anche quando si ha fretta, rallentando, il tempo raddoppia.
Mi sento povera ed arida:
  • quando non riesco a trasmettere agli altri la passione e l'impegno nel far bene le cose, che spesso mi scambiano per la secchiona di turno;
  • se mi paragono agli altri;
  • quando penso che i sogni riescono ad avverarsi solo per pochi;
  • quelle volte in cui ho la sensazione che altri abbiano il controllo delle mie scelte;
  • quando mi dimentico di quanto ho già e mi perdo in ciò che vorrei avere.


I doni della natura in autunno portano abbondanza...

Letizia

lunedì 2 novembre 2015

Strudel di mele,pere e semi di chia

C'è chi intende la cucina come un insieme di doveri: “lo strudel si fa solo in un modo e se non ho gli ingredienti in casa, esco e vado a comprarli!” Questo stile non fa per me: io adatto le ricette in base al cibo che ho a disposizione, perchè l'intento principale è “non sprecare e cucinare in modo semplice con poco”. Le mele non sono sufficienti? Aggiungo una pera! Nella ricetta originale c'è l'uva sultanina...ma a me non piace; i semi di chia nello strudel? Perchè no, non sono mica a un concorso di cucina. Faccio quello che voglio. Voglio sentirmi libera, di inventare e provare...Tutto il giorno ho spesso a che fare con tante imposizioni: le regole al lavoro, scritte e non, continue richieste, doveri burocratici, sorrisi a chi proprio non se li meriterebbe, convenzioni sociali da accettare per sopravvivenza, appuntamenti non rinviabili, opinioni e pareri non richiesti...concediamoci la libertà di avere degli spazi dove fare quel che ci pare, comportarsi da impuniti. Perchè dare spazio ad uno spirito un po' ribelle, sovvertire le regole, senza danneggiare nessuno, fa un gran bene. 
Ingredienti
1 rotolo di pasta sfoglia (e di questo vorrei parlarne)
1 mela grande
1 pera grande (o due piccole)
100 gr di zucchero integrale
50 gr di pinoli
50 gr di noci
cannella
2 cucchiai di pangrattato
50 gr di burro


Preparare il ripieno con le mele e le pere tagliate sottili, i pinoli, le noci tritate, lo zucchero integrale, un pizzico di cannella. La ricetta prevede anche la scorza di un limone: la maggior parte dei limoni sul mercato sono trattati per cui la buccia non si può mangiare. Per questo motivo non utilizzo mai la scorza del limone, a meno che non sia certa della provenienza e che si tratta di limone non trattato.
Srotolare la pasta sfoglia: sì, ancora la compro, non è un prodotto molto salutare, tuttavia estremamente comodo e quindi anche poco eco perchè ha un imballo che fa rifiuto. Per quanto riguarda le torte salate, ho imparato a preparare la base senza uova né burro, me per la pasta sfoglia non ci provo nemmeno, troppo complicato. Ho delle ricette per lo strudel tutto hand made...proverò e spero di acquisire presto anche questa buona abitudine.
Cospargere la pasta sfoglia di pane grattugiato (da recupero di pane avanzato) fatto rosolare in 50 gr di burro. Per un tocco diverso, sul pangrattato ho poi sparso un cucchiaio di semi di chia.
Disporre il ripieno di frutta ed arrottolare sigillando le estremità.
Spennellare con un po' di burro fuso e infornare a 200° per 30 minuti.




A presto...