martedì 28 febbraio 2017

Perché ho abbandonato il mio blog per più di un anno

Ho scritto l'ultimo mio post a gennaio 2016. Dopodichè niente. Fino a febbraio 2017, quando ho postato due ricette la zuppa di pane toscana  e il pesto di cavolo nero. Così senza dire nulla. Non che qualcuno leggendo e accorgendosi dell'intervallo di tempo così lungo, abbia avuto da ridire. Spiegare, o meglio spiegarmi il perchè di questa lunga assenza, oggi, mi fa star bene. Un progetto, questo è per me è il blog, deve avere una coerenza, una continuità di contenuti e di stile.



L'autenticità è la cifra stilistica dei miei post.
Ed è proprio l'autenticità che mi ha portato a riscrivere completamente le pagine dedicate a descrivere il mio progetto a proposito di me e in questo blog. E' passato un anno e io sono cambiata. Non un anno sabbatico. Semmai intensamente complicato. Ciò che mi ha bloccato, ancora una volta, è stata la paura. La paura di non essere all'altezza, di espormi, di non avere niente di interessante da condividere. Non riuscivo a dare un senso a questo progetto, vissuto come qualcosa di frivolo mentre il mondo fuori è impegnato in cose serie. Avevo perso il vero significato che ha per me: progettualità, creatività.

Il mio blog Nespole e Giuggiole è una creatura interamente ideata da me: la grafica, i contenuti, le foto, il piano editoriale, nascono interamente nella mia testa. L'opportunità più grande che ho scrivendo sul blog, è di approfondire il mondo del web marketing, della fotografia, delle letture, dell'arte, della cucina, della storia e l'architettura Toscana, cercando al contempo di vivere intensamente, godendo di accadimenti a cui i più sono insensibili.



Il coraggio è l'unico antidoto per la paura e io di coraggio non ne ho mai avuto: ho vissuto a lungo con il freno a mano tirato, o nascosta dietro un angolo per non farmi vedere troppo, o talvolta esponendomi eccessivamente in ciò che non sono. Quindi coraggio. E azione. La paura, nell'agire, scompare e si trasforma in concretezza.

A presto, intanto ci vediamo su instagram.

lunedì 20 febbraio 2017

Ricetta del pesto di cavolo nero

Ricetta del pesto di cavolo nero: pesto si fa per dire...
Sì perché in realtà mica utilizzo il mortaio: ho il mio alleato di sempre...il frullatore ad immersione, quindi lo chiamo pesto di cavolo nero per dargli una sua dignità ma il realtà è una crema, una vellutata e saporita crema invernale, che dona alla pasta di tutti giorni un tono sano e anche un po' alla moda, perché tutti conoscono il pesto di basilico, ma quello di cavolo nero sa un po' di nicchia culinaria. 

che un pò di paesaggio toscano non fa mai male ... 
Lo ha anche utilizzato Alessandro Frassica ideatore di Ino, un imperdibile locale di Firenze, dove potrete gustare veri e propri panini gourmet.
In giro per il capoluogo fiorentino fermatevi in Via dei Georgofili, a due passi da Ponte Vecchio, da Piazza della Signoria e dalla Galleria degli Uffizi, e gustatevi una delle sue delizie.


Ecco cosa ci occorre per il pesto di cavolo nero
1 mazzetto di cavolo nero
olio extra vergine di oliva q.b. ad ottenere la cremosità
50 gr di mandorle tenute in ammollo per circa 1 ora ( questa procedura può anche essere omessa, ma le rende più digeribili)
50-60 gr di parmigiano o pecorino toscano (per la versione VEG sostituirlo con due tre cucchiai di pangrattato insaporito in padella con olio e aglio).

In realtà queste sono dosi di massima: piano piano imparerete a farlo “a occhio”.

Ed ora come procedere per realizzare il pesto di cavolo nero
Pulite accuratamente le foglie di cavolo nero e togliete la costa centrale, che potrete poi utilizzare per un minestrone di verdure. Sbollentate le foglie di cavolo in acqua salata per circa 10 minuti, scolatele e fatele raffreddare. A questo punti frullate tutti gli ingredienti, comprese le foglie di cavolo sbollentate, in un mixer o con il frullatore ad immersione. Se non volete utilizzare troppo olio potete anche aggiungere un po' di acqua calda per dare cremosità. Assaggiare e regolare di sale e pepe. La crema così ottenuta può essere utilizzata per condire della pasta integrale. E' un procedimento che si affina di volta in volta: se desiderate sentire più il sentore di cavolo o delle mandorle, calibrerete gli in gredienti di conseguenza.


E poi alcune idee su come utilizzare il pesto di cavolo nero
Alessandro Frassica nel suo panino gourmet Prendimi lo utilizza come base da spalmare su del pane di segale, aggiungendo poi una fetta di pecorino fresco toscano.
Da utilizzare per impreziosire una pizza margherita con mozzarella e scamorza.
Ma anche come antipasto da spalmare su del pane integrale tostato con una fettina di burrata e mandorle a lamelle. Servite con un filo do olio a crudo e una spolverata di pepe nero.

In una unica ricetta, tante possibilità di portare in tavola nuove idee al motto di poca spesa tanta resa...

E voi conoscete altri modi di utilizzare il pesto di cavolo nero?

Letizia

giovedì 16 febbraio 2017

Ricetta della torta di pane integrale al cioccolato: a carnevale ogni scherzo vale...ma non per me.

Mentre Radio Deejay One Nation One Station mi spara nelle orecchie la thirty songs e faccio scorrere le mie dita sulla tastiera del pc a ritmo di musica, dico basta, basta con gli scherzi e i travestimenti. Niente scherzi né travestimenti per me né a carnevale e se possibile per tutto il 2017... grazie. Questo 2016 bisesto è stato parecchio funesto, direi che anche meno poteva andare. Per cui niente scherzi né maschere ma una serie di “robe” concrete per favore.
Del tipo di riuscire finalmente a scoprire questo io autentico, che dalle sovrastrutture che ho, chili e chili di convenzioni, credenze e dicerie, ho sempre da discutere con almeno tre o quattro io interiori, prima di prendere una decisione. Ad imparare a tenere insieme le varie parti di me, i frammenti della mia identità, che a quarant'anni inoltrati sarebbe anche l'ora.
Di fare pace una volta per tutte con le mie ansie, che ansie è definizione incompleta, fissazioni, manie...sono un classico esempio di quarantenne disorientata e frutto della società degli anni ottanta, che ci hanno fatto credere che tutto era possibile senza mostrarci il cartellino con il prezzo da pagare.
Quindi, saltare a piè pari il carnevale quando si hanno figli non è fattibile. Scelgo di fare quello che mi riesce meglio, diciamo che mi piace fare indipendentemente dai risultati, cucinando una torta di pane integrale al cioccolato, punteggiata di smarties che si sa che fanno male... vabbè una volta ogni tanto mangiamo schifezze consapevolmente!
Continuando la scia di ricette sul pane, che mi fa sentire tanto una elegante signora della frugalità.



Cosa ci serve
300 gr di pane integrale raffermo
½ litro di latte (va bene anche latte vegetale di avena o riso)
2 uova
8 cucchiai di zucchero integrale di canna
4 cucchiai di cacao amaro fairtrade equo solidale


Come si prepara la torta di pane integrale al cioccolato.
Prima di tutto è necessario che il pane sia completamente ammollato con il latte. A questo punto, si trasferisce il pane nel robot da cucina con le uova, il cacao, lo zucchero e si aziona per fare in modo che tutti gli ingredienti siano ben mescolati e il pane ridotto ad una crema senza pezzi né grumi.Se risultasse troppo pastoso potete aggiungere qualche cucchiaio di latte.La consistenza non deve essere liquida ma cremosa.
Trasferire l'impasto ottenuto in una teglia rettangolare imburrata (o oleata se non volete utilizzare il burro) e infarinata. Spolverare con due cucchiai di zucchero di canna e qualche ricciolo di burro.


Infornare a 180° per circa 45 minuti a forno ventilato. Consiglio di controllare dopo trenta minuti circa e decidere per quanto continuare la cottura in base al vostro forno.



Buona, semplice, frugale.

Letizia



sabato 11 febbraio 2017

Ricetta zuppa di pane toscana: tutti i colori dell'inverno in un piatto

Ho l'abitudine di guardare la natura. Ogni giorno mi appassiono all'avvicendarsi dei vari colori e all'avanzamento delle stagioni, con la stessa passione con cui seguo gli intrighi di House of Cards e le cattiverie di Franck Underwood. D'inverno mi perdo nei rami spogli degli alberi e nel contrasto di colori con il cielo terso, sapete quel cielo di certe gelide giornate di sole. A primavera mi entusiasmo per un bocciolo e per le macchie di colore nel prato del giardino pubblico sotto casa. L'estate è il giallo ocra dei campi arsi dal sole . L'autunno, tavolozza di colori dall'arancio al viola.


Che ad aprile, nel Chianti, mi trovo a dire "vabbè la campagna a primavera è unica” e poi d'agosto in Maremma “che colori vorrei stare qui per sempre” e a settembre “ l'autunno è la mia stagione preferita” e a dicembre “queste colline così spoglie sono di un poetico...”.


Nella zuppa di pane, detta anche ribollita, io ci ritrovo i colori della campagna toscana d'inverno. Un leggero arancione, il verde pallido della verza, il verde scuro del cavolo nero, e tutto avvolto nell'abbraccio della crema di fagioli, come una sottile nebbia che avvolge le colline.
Cucinare con il pane dà grandi soddisfazioni: mi fa sentire elegantemente frugale, mi riporta indietro nel tempo, quando il mio nonno minatore, consumava davanti alla stufa a legna la colazione preparata dalla nonna, una fetta di pane spessa due dita da inzuppare nella tazza colma di caffè latte caldo e io, piccolina, condividevo questo momento immergendo la mia fetta e gustandomi quel sapore così grezzo ed autentico.
Ancora oggi, talvolta, ripeto questo rituale, ma non tanto spesso perché mi riempie di nostalgia.


La Zuppa di Pane Toscana Ribollita
Gli ingredienti che ci serviranno: per 6 persone
300 gr di cannellini
2 mazzi di cavolo nero
¼ di verza
2 mazzetti di bietola
2 patate
2 carote
2 gambi di sedano 2 cipolle
1 cucchiaio di conserva di pomodoro
6 cucchiai di olio extra vergine di oliva
sale
pepe
300 gr di pane raffermo
E ora mettiamoci ai fornelli.
  • Sciacquare i fagioli cannellini, dopo averli lasciati in ammollo per una notte e immergerli in due litri di acqua fredda, portarli a bollore, coprire e continuare la cottura a fuoco basso per due ore circa . Se volete abbreviare i tempi potete utilizzare dei fagioli cannellini già cotti: preferite quelli conservati in barattoli di vetro, perché il vetro è un materiale più sano rispetto ad altri e si ricicla più facilmente.
  • Tritare la cipolla e farla rosolare in una grossa pentola con l'olio extravergine di oliva ed unire la conserva diluita in un bicchiere di acqua calda.
  • Aggiungere carote e sedano a fettine e le patate sbucciate e tagliate grossolanamente.
  • Versare sulle verdure dopo qualche minuto un litro di acqua e il brodo di cottura dei fagioli con 2/3 dei cannellini frullati. Lasciate il resto dei cannellini non frullati, ci serviranno più avanti.
  • Tagliare a strisce la verza, le bietole e il cavolo nero, unire alla zuppa e cuocere per 1 ora.
  • Aggiungere alla zuppa i fagioli rimasti interi salare pepare e cuocere per altri 10 minuti.
  • Tagliare a fette il pane e la cipolla rimasta a rondelle
  • Porre sul fondo della zuppiera il pane a fette, poi la zuppa, le cipolle a rondelle, formando due o tre strati alternandoli.
  • Fra uno strato e l'altro condire con un filo di olio.
  • Lasciare riposare la zuppa di pane per 10 minuti prima di servirla

Come servire
La Zuppa di Pane Ribollita che dir si voglia, va servita direttamente nella zuppiera accompagnata da olio extravergine di oliva delle colline toscane e del pepe in grani da macinare direttamente sulla zuppa. Ciò che avanza si ribolle il giorno dopo aggiungendo del brodo: da qui il nome Ribollita, perché riscaldata e impreziosita con la cipollina fresca, è ancora più buona e saporita.

Se come me adorate cucinare con il pane potete trovare altre indicazioni in questo post del mio blog
Se amate rispettare le tradizioni e studiare approfonditamente la cucina toscana, leggete i libri di cucina di Paolo Petroni, una vera e propria bibbia.
Inoltre ci tengo a ringraziare Giulia Scarpaleggia del blog Juls Kitchen  per tutte le preziose informazioni avute durante l'ultimo corso di food writer e che ho cercato di metter a frutto in questo mio primo post del 2017.


Fatemi sapere se la ricetta funziona.