martedì 19 dicembre 2017

Il Natale di Nespole e Giuggiole: mini gift guide, la ricetta della brioche delle feste e un insospettabile panettone salato.


Che Natali perfetti in Instagram e nei vari blog: cannella a profusione, dolci da pasticceria, biscotti come se non ci fosse un domani. 
Il mio Natale è fatto sì di biscotti, ciambelle e cioccolato, ma anche di montagne di vestiti da lavare, che io non ho l'asciugatrice per scelta (ecologica) e vorrei ogni giorno la brezza primaverile che mi asciugasse tutto in un pomeriggio.

E' fatto di piatti e pentole da incastrare nella lavastoviglie, perchè si sappia che cucinare vuol dire ripulire, dopo....


E' fatto di lavoro, che solo la gente di spettacolo può permettersi un mese di vacanze. E' fatto anche di bollette da pagare e di tasse, che a fine anno ti spremono come un limone.

E' fatto anche di tubini neri che stanno stretti e tirano sui fianchi, di torte che si bruciano e impasti che non lievitano.
Il mio Natale è fatto di bellezza sì, ma non finta, artificiale. Sono una donna comune, che ha tanta voglia di sperimentare e imparare, di fare foto e cucinare, che sogna di fare corsi di cucina, cene sotto le luci delle stelle d'estate e di gestire un B&B.
Con i letti disfatti alle quattro di pomeriggio, il frigo vuoto e tanta voglia di una pizza surgelata da infilare in forno.

In tutto questo si incastra il mio Natale.


Mini gift guide

In altri post, di cui vi lascio il link al termine dell'articolo, ho spiegato la mia concezione del dono natalizio: non comprare tanto per...l'acquisto inutile svilisce per primo noi stessi, che abbia un significato, per voi o per chi lo riceve.

Fatene un'esperienza anche per voi: il più umile dei regali, acquistato in quel bel negozio artigianale della città, porterà con sé la vostra esperienza da raccontare.

Alcuni esempi?
Una bella scatola di cartone con dentro dei bulbi da piantare e che fioriranno a primavera, piantine grasse incartate con carta gialla e spago, un buon vino, biscotti fatti in casa o acquistati al forno di fiducia, tipo cantuccini, tradizionali e al cioccolato, ricciarelli, da abbinare a delle marmellate. Evitate bagnoschiuma e creme delle confezioni regalo: sono davvero impersonali. Buttatevi sul naturale: oli vegetali spremuti a freddo (non costano più di dieci euro), il gel di aloe vera magari abbinandoci un piccolo ricettario con le indicazioni 
di utilizzo che potete trovare sul web.

Ricetta della Brioche delle Feste  


Vi lascio anche una ricetta: la base per la brioche, da personalizzare come più piace, da farcire con crema alle nocciole, marmellata o del semplice zucchero integrale di canna e cannella.

Impasto base per la Brioche delle feste
Dalla dispensa vi occorrerà:
2 uova
300 gr di faina tipo 1
200 gr di farina integrale
190 ml di latte
80 gr di burro
75 gr di zucchero semolato
12 gr di lievito di birra
Procediamo insieme:
In una terrina versare le due farine e aggiungere il lievito sciolto in 50 ml di latte, 1 uovo, 1 tuorlo e lo zucchero.
Scaldare il latte rimasto con 80 gr di burro, e versare nel composto di farina. Un pizzico di sale e lasciare lievitare per circa due ore.
Quando l'impasto sarà raddoppiato di volume, stenderlo con un mattarello in due rettangoli spessi 1 cm.
Coprire la superficie dei rettangoli con crema alla nocciola, o marmellata, oppure con zucchero e cannella, potete sbizzarrirvi per il ripieno.
Arrotolare i rettangoli dal lato lungo ottenendo due cilindri.
A questo punto con un coltello affilato tagliare delle fette dal rotolo, come delle rotelle.
Disporle su una teglia ben imburrata o su carta forno, e infornate a 180° per 20 minuti.
Ho tratto la ricetta dalla rivista Fior Fiore in Cucina n. 48 del mese di novembre 2016.

E per finire provate il panettone salato del blog chiarapassion, dalla riuscita scenografica, buonissimo e facile da realizzare. Se volete stupire ci riuscirete.


Ed ecco alcuni miei vecchi post sui regali di Natale:

Buon Natale





giovedì 30 novembre 2017

Il mio personale calendario dell'avvento: pratiche di quotidiana semplicità natalizia


Ogni anno stilo sul mio blog l'elenco di 24 pratiche di quotidiana semplicità natalizia.

Ecco ciò che vorrei mi regalasse l'attesa di questo Natale.

1 Dicembre. L'aria è pungente. Le piante sul terrrazzo hanno bisogno di riparo. La casa si fa rifugio. Dai vetri delle finestre intravedo i primi segnali che il Natale sta arrivando.

2 Dicembre. Passare un giorno intero con l'amica del cuore: senza figli e mariti, per riscoprire quell'indole adolescienziale mai sopita, tra risate e autentiche confidenze.

3 Dicembre. Visitare una grande città, per vivere da osservatrice il dinamismo e la frenesia metropolitana, facendosene inebriare e tornare in provincia con il mal di testa e i sintomi da post sbornia cittadina.

4 Dicembre. Spedire i biglietti di auguri natalizi: è una tradizione che ho riscoperto da qualche anno. Non lo fa più nessuno oramai. Io immagino il viso di chi lo riceverà e i suoi occhi pieni di sorpresa e non ho più dubbi. Faccio la mia lista, l'ennesima lista natalizia, scelgo i biglietti ed esco ad imbucare i miei messaggi.

5 Dicembre. Il solito giro al mercato prima dell'ufficio, assume un sapore diverso: anche tra i banchi si respira atmosfera di festa. Riempo la borsa di tela con arance e mandarini. La notte tra il 5 e il 6 dicembre si festeggia S.Nicola. Nei paesi nordici e dell'est europeo i bambini usano lasciare le scarpe fuori dalla porta di casa per ritrovarle la mattina dopo piene di piccoli doni.

6 Dicembre. Oggi scrivo le mie liste: delle persone a cui voglio fare un regalo, delle cose belle da fare, dei film da vedere, dei concerti, dei mercatini, dei piatti da cucinare.

7 Dicembre. La sera del 7 dicembre è una sorta di vigilia: dal garage sono arrivati scatoloni pieni di decorazioni, che aspettano di trovare ancora una volta la loro collocazione. Si accende il fuoco, qualche candela, si scalda la pizza nel forno e si mangia seduti davanti alla tv, sprofondati sul divano a guardare insieme una commedia, di quelle belle che ti fanno sentire più leggero.

8 Dicembre. Il giorno dei grandi lavori: a sera la casa avrà un nuovo aspetto.

9 Dicembre. Boicotto gli acquisti natalizi del fine settimana dedicando ai regali una mezz'ora , ogni giorno, per vivere a pieno il piacere di scegliere e per avere la libertà di scegliere davvero. Inverto la rotta: come ogni anno mentre gli altri accellerano, io rallento, cucino ciambelle speziate, biscotti alla cannella e mi impongo di non sprecare e di non comprare l'inutile.

10 Dicembre. Quest'anno sarà il trionfo dall'hand made. Qualche idea: un cestino di biscotti in cui mettere cantuccini tradizionali e al cioccolato, del sale aromatizzato, uno scrub fai da te, marmellate.


11 Dicembre. Andrò in biblioteca a scegliere un libro da leggere durante le vacanze: un romanzo, magari ambientato a Parigi, una storia coinvolgente che mi prenda nei lunghi pomeriggi di dicembre; o un libro di fotografia magari della grande Tina Medotti.

12 Dicembre. Vorrei visitare un borgo, all'imbrunire, in quell'ora magica in cui la luce sprofonda nella notte. Perdersi per i vicoli con il cappello di lana tirato giù sulle orecchie che quasi copre anche gli occhi, il naso gelato. Trovare un vecchio negozio di alimentari, la proprietaria coi cepelli argento e il grembiule legato in vita che mi offre qualcosa da assaggiare e tornare e casa con pane fresco, formaggio e del buon vino rosso. Murlo è stato eletto come uno dei borghi più belli d'Italia. Magari ci faccio un salto.

13 Dicembre. Si festeggia Santa Lucia e si accendono candele.

14 Dicembre. Gli anni scorsi avevo una gran voglia di intimità, di rintanarmi, anche di una buona e sana dose di solitudine. Questo Natale ho voglia di festa, di stare tra la gente, con leggerezza e anche frivolezza. Non mi perderò un aperitivo ed andrò a tutte le cene a cui mi inviteranno. Oserò con una gonna lunga fino ai piedi, o con un vestito stampato.

15 Dicembre. Tra le cose che voglio imparare a cucinare durante le feste c'è la trippa, sì proprio la trippa, piatto tipico toscano, per niente “elegante”, rustico: non è un piatto per tutti i palati. Eppure, al posto di mousse o crespelle, io cucinerò la trippa, per ricordare anche il mio babbo, che di trippa si sarebbe sfamato a colazione pranzo e cena.

16 Dicembre. Come ogni anno porterò i miei figli al concerto di Natale, perchè sappiano che esiste sempre un'alternativa a Fedez e Fabio Rovazzi.

17 Dicembre. Ripasso del regole del bon ton del ricevere: forchetta a sinistra, coltello a destra almeno due bicchieri, uno per l'acqua e uno per il vino. Non importa se piatti e bicchieri sono scompagnati, anzi rende la tavola più informale, ma le regole fisse, quelle vanno sempre osservate. Il centrotavola non deve mai essere ingombrante o rendere difficile la conversazione tra i commensali.


18 Dicembre. Ed ora si fa sul serio: la settimana prima della vigilia è iniziata. Penna alla mano, preparo la lista della spesa per la cena del 24. Per il pranzo di Natale, in campagna dai miei suoceri, porterò il tronchetto al cioccolato. Nella lista, tra gli ingredienti per le ricette natalizie, pasta, frutta, verdura e formaggio per la sopravvivenza settimanale, troverò il posto per un cibo confortante e una bottiglia di prosecco.

19 Dicembre. E' il momento di preparare i regali fai da te. Alcune idee? Raccogleiere in un vasetto di vetro gli ingredienti secchi della ricetta dei muffin e aggiungere un biglietto con le indicazioni degli ingredienti da aggiungere, oppure un preparato per realizzare la cioccolata calda speziata, del sale aromatizzato, uno scrub hand made con sale grosso e olio di mandorle.

20 Dicembre. Vorrei una tavola apparecchiata in stile nordico: tovaglia bianca, porcellane, semplici bicchieri, qualche rametto di abete, bulbi in fiore, e il tovagliolo raccolto con un semplice filo di spago e un rametto di bacche.

21 Dicembre. E' giovedi ed è tempo di riflessioni: mi chiederò quale sarà stato il sentimento predominante di questo 2017 che sta finendo. Risponderò la gratitudine, per chi mi ha concesso una seconda possibilità, per chi ha continuato a credere quando io dubitavo, per chi è stato ad ascoltare , per chi ha avuto la certezza da subito che tutto si sarebbe risolto. Grazie.

22 Dicembre. Sarà stata l'estate rovente, ma quest'anno ho voglia di neve.

23 Dicembre. A questo punto posso esprimere i miei desideri: vorrei solidità, il dono dell'imperturbabilità e del senso dell'umorismo. Mi piacerebbe sganasciarmi dal riedre più spesso, ironizzare su certe questioni che il mio ego fa sembrare importanti.

24 Dicembre. Oggi ce la prendiamo con comodo: il caffè scende a fiumi, in cucina regna il caos tra farina, burro, accendi il forno spengi il forno, bottiglie di prosecco già aperte alle 4 di pomeriggio, l'euforia dell'attesa di una cena in famiglia, l'aspettativa di cibi buonissimi provenienti dalle cucine che più amo.

Buon Natale



giovedì 16 novembre 2017

Cose belle da fare da qui all'inizio dell'inverno


Ho voglia di cose belle da fare
Di stilare una to do list e depennare ogni giorno una voce. Scelgo la leggerezza per questo autunno che mi sta accompagnando verso il Natale: io, che di mio sono di una pesantezza talvolta imbarazzante, pessimista per natura, con una autostima vacillante, mi impegno a sostenere la leggerezza dell'essere. Lasciando i sensi di colpa a raggomitolarsi in un angolo, come fili di lana, appoggio chi si fregia di sano egoismo, e lo imito, per imparare.
Lascio l'impegno a chi è emotivamente più pronto e scelgo per me una giusta dose di frivolezza.
Me la concedo in dosi omeopatiche per non farne indigestione e per non indurre chi mi sta vicino, a credermi del tutto rimbecillita.


Ho cose belle da fare
  • Alleggerire i capelli in modo del tutto naturale e a costi ridottissimi. Ho imparato molto sul blog Cami al Naturale, che vi consiglio di seguire, perché condivide moltissimi spunti per curarsi con pochi prodotti. Ad esempio, per idratare i capelli, una maschera di yogurt e sciroppo di agave. Oppure un impacco pre shampoo con olio di jojoba, aloe e olio essenziale di tea tree. Utilizzare uno shampoo senza parabeni, sles e siliconi. Io sto utilizzando quello di Equilibra all'aloe vera: non è certificato icea, sembra tuttavia avere buone caratteristiche e un ottimo rapporti qualità prezzo.
  • Secondo il sito MoneySurfers.com ci possiamo ogni giorno drogare di felicità: la dopamina per l'euforia, facendo una lista di obiettivi raggiungibili e perseguirli fino alla loro realizzazione; la serotonina per il buonumore praticando ogni giorno la gratitudine per quello che si ha; l'ossitocina con l'affetto attraverso gli abbracci, le carezze e il contatto con le persone che si amano; meditando come antistress; l'adrenalina, rompendo la routine e abbandonando la nostra comfort zone; le endorfine, coltivando il nostro benessere ridendo, sorridendo e mangiando cioccolata.
  • Illuminare la pelle del viso con uno scrub facile facile: olio di jiojoba e zucchero di canna oppure olio di mandorle e bicarbonato.
Stare in cucina con leggerezza, abbandonando le aspettative da food blogger, pensando di dover stupire con piatti eccezionali, ma onorando le semplici ricette di casa, con gli ingredienti che possano piacere ai bambini, recuperando un sano utilizzo del burro, perché i dolci vengono più buoni.




Sognare di passare un fine settimana a Venezia, con il freddo, la nebbia, per scoprire qualcosa di magico in fondo ad una calle, attraversando un ponte, entrando in un palazzo storico. Se volete sognare con me leggete la city guide su Venezia della blogger Valeria Necchio cliccando qui.

Cercare nuovi riti autunnali che possano arricchire le giornate, creando storie da raccontare, con un desiderio profondo di onorare e celebrare ogni singola giornata. Serve poco: una poltrona accanto alla finestra dove batte il sole nel pomeriggio, per leggere riscaldati dai raggi che filtrano dai vetri; la pila di libri preferiti accanto al letto. In generale vorrei aggiungere ai rituali giornalieri quel qualcosa di speciale che li impreziosisca di significato.



Avete rituali autunnali da condividere?


venerdì 27 ottobre 2017

Penne integrali ai funghi e zucca gialla. Ode all'imperfezione.

Parlo di imperfezione. Io, così attenta ai dettagli, inneggio all'imperfezione.
Perchè l'imperfezione ci rende liberi, liberi di prestare attenzione a ciò che più ci rende completi.
La perfezione è una lusinga del consumismo, dei pubblicitari, di chi vende: la perfezione, così sbandierata a legge dei nostri tempi, preme sul nostro senso di inadeguatezza. Ogni pubblicità mira a farci sentire non adatti, ogni corpo di donna ritoccato al photoshop ha questo intento.

E' così che tante donne sono cadute nella trappola: io compresa.

Se gli altri mi riconoscono, allora esisto: che importa se il livello si fa sempre più alto, se si sta dimenticando chi siamo, se si corre tutto il giorno.
Non faccio altro che parlare con donne che ripetono in continuazione il loro giornaliero sacrificio, che osannano il loro essere sempre di fretta: è vero che una donna fa un percorso ad ostacoli per svolgere un lavoro con competenza e seguire la propria famiglia. Mi chiedo se sia diventata una coperta sotto cui nascondersi, sotto cui celare il nostro essere davvero donna.
Io sono una di quelle donne consumata dal perfezionismo per anni, che coraggiosamente, perchè guardate che di coraggio ce ne vuole, ne sta uscendo. Con grande soddisfazione.

Parlo di coraggio, perchè la maggior parte guarda storto, pensa che tu abbia qualcosa di strano, quando ammetto che mi prendi del tempo per me tralasciando per quanto possibile ciò che mi spinge verso la perfezione, che stiro solo l'essenziale aderendo alla campagna dell'accettazione sociale dei vestiti stropicciati.

Come ritaglio il tempo da dedicarmi? Non ho una casa perfetta, ho rallentato sul lavoro, ho fatto pulizia di tutte quelle abitudini che portavano via tempo prezioso, passo meno ore alla televisione, faccio della spesa settimanale un momento di creatività, un passatempo nello scegliere anche al super, prodotti di qualità, sbrigo le commissioni a piedi intanto mi faccio una passeggiata, rimando ciò che è rimandabile, mi alzo presto la mattina, ho un guardaroba semplice fatto di pezzi basici che mi preparo in un attimo.

Ho smesso praticamente di stirare, il grembio per la scuola non è più perfetto. Ma è pulito, lavato con amore, con il detersivo agli agrumi biodegradabile, che non fa male alla pelle, che quando il flacone finisce si riempie di nuovo, senza sprechi.
E' un viaggio all'inverso quello dell'imperfezione, controcorrente e solitario: con i miei chiletti in più, i vestiti accostati con creatività perchè ho un guardaroba ridotto e qualcosa devo pur inventarmi.

E' un percorso verso il coraggio, perchè si osa, ci si butta in una avventura prima di essere perfettamente preparata, ad affrontare un nuovo lavoro accettando di dover imparare, di essere l'ultima arrivata, con la libertà di non volere dimostrare niente ma confidando in se stessi, riponendo il proprio ego dietro le spalle e facendo in modo che le persone intorno conoscano davvero il proprio io più autentico.

E adesso vi lascio una ricetta semplice semplice, per un primo autunnale che richiama al cambio di stagione, quando l'ambiente che ci è più familiare si riveste di toni caldi e preziosi.


Penne integrali ai funghi e zucca gialla
Ci occorre
penne integrali di grano italiano
una vaschetta di funghi champignon
metà di una zucca gialla media
sale pepe olio parmigiano
Procedimento
Cuocere separatamente i funghi e la zucca.
In una casseruola far rosolare un aglio schiacciato con la sua buccia, e un battuto di prezzemolo e timo. Poco dopo aggiungere i funghi lavati, e tagliati a piccoli pezzi. Lasciare andare per circa una decina di minuti. Togliere l'aglio e aggiungere due tre cucchiai di vino bianco, o di brodo vegetale. Portare a cottura.
Tagliare la zucca a tocchetti e metterla a cuocere in una padella con olio e una tazzina di acqua. Cuocere finchè non si sfalda con la forchetta.
Scolare la pasta e condirla con la zucca e i funghi, impreziosendola con olio piccante e una spolverata di parmigiano o del pecorino a scaglie.


Anche il mio blog è imperfetto: ne parlo in questo post , dove spiego perchè questo spazio è così come vedete.


sabato 30 settembre 2017

Il mio senso dell'eleganza. Un arrosto comfort food per dare il benvenuto all'autunno.


Il bon ton mi ha sempre affascinata. Ne ero irretita quando ancora non sapevo nemmeno dare un nome a certe cose belle che vedevo, all'eleganza di certi atteggiamenti. 

Mi ritrovavo a spiare le amiche della mamma, o semplicemente persone estranee, che attiravano la mia curiosità di bambina. Ne studiavo l'atteggiamento, il modo di parlare, di pronunciare certe parole, l'uso di un termine che non conoscevo, il modo di accostare i colori e mi ritrovavo ad imitarne i gesti. 

Non mi colpiva il lusso: la macchina che guidavano, le loro case...no...mi colpiva come affrontavano le questioni quotidiane, il loro stare in casa, la cura dei dettagli, i piatti che cucinavano, un velato anticonformismo in cui riconoscevo la mia voglia di libertà.
Ma ciò che più ammiravo era la dignità di certe signore, mai eccessive, sempre adatte al momento ed adeguate alle circostanze...immaginavo le loro vite perfette.



Ancora adesso i dettagli mi catturano, nel bene e nel male: noto cose che ad altri sfuggono, almeno in un primo momento. Nel tempo questa predisposizione è servita per affinare il mio gusto e per capire che l'eleganza, c'entra poco con la quantità di denaro che si possiede. E' una giustificazione di molti: ci si nasconde dietro la sciatteria per pigrizia, assolvendosi con la scusa che “certe cose sono roba da ricchi”.

L'eleganza sta nella sobrietà, nel togliere invece di aggiungere, nel possedere solo gli oggetti indispensabili, oltre a pochi e selezionati oggetti del cuore. Nella postura più che nel vestito che si indossa, nel tono della voce, più che nel colore del rossetto, nel modo in cui si muovono le mani, più che nella grandezza del brillante all'anulare.

Nel sapere cucinare poche e veloci ricette sane, da condividere con gli amici, più che andare al ristorante tutti i fine settimana. Nel conoscere, anche in città, quel posto indifferente ai più, dove cogliere fiori freschi, nell'essere aggiornati sugli eventi culturali della zona, nell'andare in biblioteca e prendere in prestito almeno un libro al mese, nel camminare invece di andare in palestra, nello scegliere ogni tanto di stare da soli il fine settimana, a cucinare, leggere, passeggiare.



Sta arrivando l'autunno, direi finalmente: è tempo di comfort food, di cibo che sazia e riscalda, di forno acceso. Ho preparato un polpettone di tacchino al vino bianco e alloro. Una delle poche ricette di carne, considerata la poca quantità che se ne consuma in casa mia.

Polpettone di tacchino al vino bianco e alloro


Dalla dispensa
500 gr di petto di tacchino da allevamento non intensivo
80 gr di pane raffermo
120 ml di latte
2 uova
5-6 cucchiai di pecorino toscano stagionato ben grattugiato
3 – 4 cucchiai di pangrattato
200 ml di vino bianco
5 foglie di alloro
olio evo
sale e pepe
Come Procederemo
La prima cosa da fare è ammollare il pane nel latte, e poi strizzarlo bene con le mani.
Macinare il petto di tacchino e porlo in una ciotola capiente e aggiungere il sale, il pepe, il pane ben strizzato, le uova, il pecorino grattugiato e il pangrattato.
Con le mani dare all'impasto la forma del polpettone e poi copritelo di pangrattato aromatizzato con sale e pepe.
Porre il polpettone in una teglia ben oliata, con le cinque foglie di alloro.
Far cuocere a 180° per 20 minuti, girando spesso così che che la carne si cuocia su tutti i lati. Dopo 20 minuti, versate il vino bianco in modo che il liquido raggiunga 1 cm di profondità e continuare la cottura per altri 30 minuti circa.
Servire il polpettone a fette, dopo averlo fatto riposare almeno 10 minuti coperto da un foglio di alluminio.


 
Ringrazio l'autrice di questa ricetta che ho personalmente rivisitato: Rossella Venezia del blog vanigliacooking.blogspot.it, fonte di grande ispirazione.

Letizia

venerdì 8 settembre 2017

Viaggio fotografico a Madonna di Campiglio, un nuovo inizio e una ricetta: Pie rustico alle pesche

Viaggio fotografico a Madonna di Campiglio

Scoprire la montagna per immagini




Scoprire quanto è semplice e a portata di mano stare in mezzo alla natura




Partire ogni mattina per una meta, sentire nei piedi e nelle gambe la fatica e i muscoli spinti dalla curiosità della meta, un senso di scoperta e di avventura






I miei consigli e indirizzi
Abbiamo soggiornato al Residence Ambiez, ottimo rapporto qualità prezzo, molto adatto per le famiglie, con appartamenti spaziosi e con splendidi balconi in legno che si affacciano sul bosco.

Per un aperitivo lo storico Suisse Cocktail Bar  direttamente affacciato sulla piazzetta del paese, dove potrete trovare anche un pò di mondanità, se vi interessa.

Abbiamo pranzato al Rifugio Nambino direttamente sull'omonimo lago, immerso nella natura e raggiungibile con circa un'ora di camminata immersi nel bosco: cucina tipica trentina, canederli, polenta e delle ottime torte fatte in casa.

Per cena vi consiglio il Ristorante Le Roi direttamente nel cuore di Campiglio, caldo, accogliente dove abbiamo assaggiato la carne salada e un'ottima pizza.     

Un nuovo inizio
E' ormai settembre, la stagione che meno amo, l'estate sta finendo. Il caldo quest'anno ci ha spossati e privati di energie. Ma con settembre io ritorno ad essere una persona " normale": nel senso che riesco a occuparmi della quotidianità e delle piccole cose di ogni giorno senza dover ricorrere a dosi massicce di magnesio e potassio. Riprendono i progetti e la voglia di rinnovarsi: in questi giorni sono impegnata a sistemare la casa per l'inverno perchè anche lei ha sofferto questa estate soffocante. Il terrazzo ha bisogno di ordine e di una bella ripulita dal secco, le pareti da tinteggiare e qualche tocco di novità in salotto. Preparo la casa ad accoglierci nelle lunghe giornate invernali, a renderla confortevole...una tana per quando arriverà il freddo.
Potete seguirmi in questo rinnovamento nelle IG stories.

La ricetta del Pie Rustico di Pesche    

 La ricetta del Pie Rustico di Pesche è una delle prime che ho provato a realizzare al rientro dalle vacanze. E' un dolce davvero rustico, familiare, non adatto ad una cena formale, più per la merenda o per un picnic all'aperto.



E' perfetto accompagnato con una pallina di gelato alla crema o fiordilatte. La frolla si rompe facilmente, pertanto va servita su un piattino: ma è il suo bello. Non è elegante ma ha il suo stile.
E' anche una torta vagana (tratta dal mensile Weveg)




Pie Rustico di Pesche
Ingredienti
200 gr di farina integrale
100 gr di farina tipo 2
50 gr di zucchero integrale di canna (quello in polvere scuro, mi raccomando)
120 ml di olio di mais
1 pizzico di sale
Acqua q.b.
4 pesche
Come si prepara
Versare in una ciotola le farine setacciate, lo zucchero, un pizzico di sale e l'olio. Iniziare ad impastare ed aggiungere circa 80 ml di acqua, aggiungendola poco per volta, in quanto le farine integrali hanno un loro diverso assorbimento. Dobbiamo ottenere un panetto da far riposare in frigo per 30 minuti. Nel frattempo si può iniziare ad affettare le pesche, lasciando anche la buccia, per cui vanno preventivamente lavate sotto acqua corrente. Le fette devono risultare grossolane.
Possiamo ora riprendere l'impasto e cercare di stenderlo direttamente sulla carta forno in modo che poi sarà più semplice adagiarlo sulla teglia. Una volta disposto l'impasto in una teglia rettangolare, si può farcire con le fette di pesca e corpargere di zucchero integrale.
Adesso è possibile infornare il Pie per 35 minuti a 180°.
Provate e poi mi raccontate...non siate troppo rigidi con me...ricordate non sono una chef.

Letizia

  



martedì 22 agosto 2017

Crostata rustica zucchero integrale di canna e marmellata di fichi

Alla fine dell'estate la “mi' mamma”, come si dice qui in Toscana, inizia una intensa produzione di marmellate: una perfetta alchimia di sapori in cucina. Pesche, albicocche, susine, cocomero, melone, fichi, si uniscono in ordine sparso a dar vita a profumi che riecheggiano insieme estate ed autunno.

Ho il ricordo di marmellata assaggiata direttamente dalla pentola: “Soffia, soffia forte che brucia!” mi dicevano le donne in cucina.

Al ritorno dalle vacanze, ho trovato due vasetti di marmellata di fichi sulle assi un po' sconnesse del mio vecchio tavolo di cucina, posati lì dalle mani sapienti della mia mamma, che ha prodotto quel ben di dio in nostra assenza.


Due vasetti di marmellata di fichi, di un colore intenso, punteggiato dai semini gialli dei frutti, che valgono come un caloroso abbraccio di bentornato.

Le giornate sono ancora calde, ma spira una brezza quasi settembrina e la notte si accostano le finestre.
Si può nuovamente accendere il forno.

La marmellata della mamma, ora diventata nonna, chiede di essere unita a uova, farina, zucchero e burro, in un dolce che sappia di casa. La ricetta è di famiglia: la crostata è rustica, grezza, ricca e abbondante, come solo una mamma può preparare.

Crostata rustica zucchero integrale di canna e marmellata di fichi
Ci occorre:
400 gr di farina di tipo 1
2 uova biologiche120 gr di zucchero di canna
100 gr di burro
1 barattolo di marmellata di fichi
mezza bustina di lievito per dolci
Procediamo semplicemente a :
unire alla farina il lievito, le uova, il burro sciolto a bagnomaria, lo zucchero. Si ottiene un impasto non proprio liscio, non vi preoccupate se si crepa. Lasciate da parte un po' di impasto per la decorazione. Il resto stendetelo su una teglia di circa 24 cm direttamente con le mani, creando dei bordi di circa due cm.
Versare la marmellata, decorare con le classiche strisce o come ho fatto io, con cerchi di pasta, ottenuti utilizzando come stampo una tazzina da caffè, e per i cerchi più piccoli, il tappo di una bottiglia di plastica. In forno a 180° per circa 30 minuti.



Se sei curioso ecco altri spunti dal mio blog:

sabato 22 luglio 2017

Tempo di estate e di semplici piaceri quotidiani

Mi accorgo che l'estate vera è arrivata quando i vestiti che ho indossato in primavera iniziano a sembrarmi pesanti, quando la casa rimane in penombra fino alle sei di pomeriggio, le tapparelle abbassate e le luci spente, quando posso solo indossare sandali flat, pantaloni leggeri e colorati, vestitini, magliette e camicette di cotone, quando vorrei in tavola solo melone, pomodori, insalata croccante, mozzarelle e pesce.


 L'estate è la stagione del mio compleanno: mi piacerebbe festeggiare un mese intero, ma poi la quotidianità mi rapisce e faccio la vita di tutti i giorni...nella settimana che precede il giorno in cui compio gli anni, tuttavia, festeggio davvero, concedendomi piccoli piaceri, tocchi di elegante semplicità e regalandomi del tempo.

Io, che non faccio mai colazione al bar, mi concedo cappuccino e brioche di mattina presto, godendomi il fresco che in poche ore lascerà il posto al caldo torrido, nel tentativo di fermare quella frescura sulla pelle e portarmene dietro la sensazione fino a sera.

Io, che compro poco più di quello che serve davvero, mi abbandono a qualche acquisto frivolo, concedendomi ogni giorno un tocco di fresca leggerezza: un nuovo smalto (formaldeide free), un nuovo profumo lussuoso (il mio Gucci Flora è terminato), un aperitivo di mercoledì, un mazzo di fiori freschi, una cena romantica, in tacchi e tubino nero (il solito, da anni...).


Questi sono alcuni dei semplici piaceri, un po' speciali, per festeggiarmi...

E per tutti...
  • Utilizzare nipitella e menta fresca, nelle zucchine trifolate, nella salsa di pomodoro, nella frittata, nella macedonia di frutta, per un tocco di freschezza.
  • Cenare all'aperto: in giardino o sul terrazzo se ne avete uno, ma anche semplicemente apparecchiando davanti ad una finestra. Accendendo una candela, cucinando buon cibo e bevendo vino bianco ghiacciato. Pur essendo in città, vi sembrerà di essere in vacanza quando l'aria tiepida della sera vi sfiorerà le spalle.
  • Celebriamo la verdura: nonostante il caldo, mi sacrifico per le verdure al forno, timo e aglio.
  • Le verdure e la pasta: un connubio che in estate mostra il suo meglio.Pesto non solo di basilico, ma anche creme di olive, melanzane, zucchine, pinoli, noci, mandorle e olio. Il condimento perfetto per un piatto di pasta integrale.

  • Trucchi anti calura: tenere in frigo l'acqua di rose e il gel contorno occhi, rispettivamente da spruzzare sul viso e passare delicatamente sulle palpebre. 
Tra pochi giorni inizieranno ufficialmente le mie vacanze: penso al mare, alle letture a lume di candela, ai pescherecci al tramonto che rientrano in porto portandosi dietro la scia di gabbiani, alle sagre, ai concerti seduta sull'erba, alla pizza mangiata in spiaggia.

   
Buone vacanze a tutti. Su blog mi ritroverete a settembre, mentre potete seguirmi sia sulla pagina facebook di Nespole e Giuggiole e su Instagram.